#senza #filtro

La fotografia è una cosa semplice. A condizione di avere qualcosa da dire.” (Mario Giacomelli)

Per parafrasare una battuta molto inflazionata di questi tempi, si potrebbe dire: “Ogni volta che qualcuno carica una foto del bicchierozzo cartonato di Starbucks su instagram, un fotografo muore”. Poco tempo fa avevo pubblicato un post che illustrava in modo molto vago il mio primo approccio alla nota applicazione per la condivisione di ‘foto istantanee’  (photoshop vs instagram). Più che dall’articolo, come spesso accade, i contenuti interessanti sono emersi dai commenti. La sensazione che prova la maggior parte degli osservatori appassionati di fotografia è spesso quella di fastidio e di insofferenza per la possibilità stessa di scattare una foto e pubblicarla, offerta a chi di fotografia spesso non capisce – è il caso di dirlo – proprio nulla. Dopo 2 mesi (abbastanza assidui) di uso quotidiano di instagram posso dire che spulciando con pazienza le gallery dei vari utenti del social di tecnica se ne può trovare, volendo, abbastanza (ci sono parecchi professionisti che usano l’applicazione per promuovere la loro attività), di originalità già meno (perlomeno si fa più fatica a coglierla perché dopo un pò le foto quadrate sembrano tutte uguali), di ispirazione… beh, dipende da cosa cerchiamo. A questo proposito esistono anche migliaia di profili cosiddetti “inspirational“: cioè se non avete voglia di andare in palestra e state poltrendo sul divano con il cellulare in una mano e la tavoletta di Milka nell’altra, le loro gallery con le foto degli addominali d’acciaio e delle insalate di fragole e cereali vi daranno la giusta determinazione per prendere finalmente in mano la vostra vita a suon di “Sei una persona meravigliosa, non lasciare che nessuno ti faccia credere il contario“. In ogni caso, dobbiamo intendere instagram non come un social che tratta di fotografia, ma più come un social che usa le fotografie. Ognuno le può usare per un suo scopo. Diciamo che teoricamente solo un fotografo è tenuto a postare delle belle foto. Tutti gli altri posso usare instagram per promuovere nel mondo i propri prodotti, la propria attività o più semplicemente il proprio gatto.
Ciò premesso, per coloro che volessero dare uno sguardo al fantastico mondo dei filtri preconfezionati, il grafico qui sotto ci mostra un’accurata lettura caratteriale degli utenti dell’applicazione in base al tipo di filtro che utilizzano:

Filtri Instagram Infografica

Poiché so che molti pigroni non leggono in inglese (l’ho dedotto dal fatto che nemmeno io lo farei se non dovessi sostenere il test IELST fra qualche mese – e se non seguissi molti profili motivational) mi offro per una sommaria interpretazione. Ecco dunque quello che i vostri filtri dicono di voi:
1. Normal > ONESTI Il filtro che lascia la foto intatta, utilizzato da quanti non vogliono bluffare e amano contrassegnare il loro lavoro verista con il tag #nofilters. Si sa che spesso proprio chi non usa alcun filtro ha già caricato una foto ritoccata con photoshop e guarnita del suo bel logo anti-contraffazione, ma voi dovete assecondarli e stare al gioco. In ogni caso, rallegriamocene, gli onesti (insomma i fotografi “seri”) secondo le statistiche sono la stragrande maggioranza.
2. Earlybird > FIGLI DEI FIORI Per la cronaca “earlybird” vorrebbe dire “mattiniero”, si usa anche per indicare quelle registrazioni anticipate che permettono di avere un prezzo di favore. Usate il filtro con la magica “luce del mattino”, che dona a tutte le immagini un’aria seventies, per le foto scattate quando siete nel vostro garage a lucidare i cerchi della bicicletta ascoltando indifferentemente gli Hawkwind o Mengoni, e vi sembrerà di essere sul set di Moonrise Kingdom. (?)
3. X-Pro II > OTTIMISTIMi permetto di ipotizzare che lo stesso valga anche per l’effetto denominato  “Lo-Fi.” Grandi contrasti e colori ultra-nitidi fanno al caso vostro se siete tra coloro che vedono il bicchiere mezzo pieno ed mondo variopinto e luminoso, e volete che le vostre foto lo ricordino così.
4. Valencia > ILLUMINATI (o Man in Black?) Sembra che le foto passate attraverso questo effetto di luce soffusa regalino un senso di deja-vu e di spossatezza. Quindi più che un filtro quasi un deneuralizzatore.
5. Rise > I “RISPARMIO ENERGETICO” Avete presente quelli che quando vanno a fare shopping prendono la prima cosa che trovano a portata di mano e dicono “Si, ok, mi va bene questo”? Ce la fareste mai a convincerli a provare qualcos’altro? Ecco. Rise è la quarta opzione della prima schermata e tanto basta per non procedere oltre.
6. Hefe > I CREATIVI Mettiamola così: essendo tutto il grafico una presa per i fondelli, in realtà l’autore vuole semplicemente farvi capire con le buone che le foto del vaso di fiori sul vostro terrazzo non rientrano propriamente nella stessa categoria artistica dei girasoli di Van Gogh.
7. Amaro > NOTTURNI le foto dei party dove le mettiamo? Quello che era il piatto forte di facebook passa un pò sotto silenzio su instagram. Ma ecco il filtro per i veri clubbers: le vostre foto notturne sembreranno meno scure, la vostra festa meno vuota, le vostre occhiaie meno profonde, il vostro destino meno “amaro”.
8. Hudson (abbiamo un problema?) > DARK Nel mondo c’è troppa luce, a volte vorreste spegnerla, e come è noto non può piovere per sempre. Hudson stenderà quell’ombra cupa che da tempo alberga sulla vostra anima, finalmente, e fatalmente, anche sulle vostre foto.
9. Brannan > ARTISTI MANCATI Brannan, togliendo i grigi e aumentando i bianchi ed i neri, è il filtro che permetterà di dare alle vostre immagini una forma di espressione drammatica e teatrale, facendo dimenticare anche a voi che quello ritratto non è – come invece sembra a prima vista – un’architettura di Frank Gehry, ma solo il parcheggio dell’Ipercoop.
10. Nashville > GENTE GIUSTA Che ve lo dico a fare! Voi usate Nashville solo per la cornice, non certo per l’effetto!
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La raccomandazione dunque è: ATTENZIONE! Pensateci due volte prima di usare un filtro!! Come diceva McLuhan, “il medium è il messaggio“, non dimenticatelo neanche la prossima volta che andate da Starbucks e vi sentirete bruciare dal sacro fuoco dell’arte.
 
g5 stella marega panasonic PS. Se state pensando “ok, questa è la volta buona che non seguo più questo blog perchè mi sono rotto delle foto fatte con il cellulare e modificate con instagram“, ho un’entusiasmante novità. E’ arrivato il mio tanto atteso gioiellino. Ve lo illustro con una foto. Fatta con il cellulare. Modificata con istagram.
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 Non ricordo più che filtro ho usato.
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 Ma ricordo una cosa, non la dimenticherò adesso.
 “Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni.”
Andreas Feininger
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consiglio del giorno: “Tanto vale, molte volte, bersi il caffè annacquato nel bicchierozzo di cartone  e non far sapere nulla in giro.”

19 commenti

  1. Interessante questo post! Io credo che Instagram o chi lo usa non è da demonizzare perchè alla fine bisogna fare delle dovute distinzioni… instagram è un’app, che per definizione deve essere semplice, accattivante e fruibile al maggior numero di persone possibile. Ed è una sorta di social network, a differenza di twitter, per esempio, serve a comunicare attraverso le immagini e non parole. Una volta chiarito ciò non vedo perchè dei fotografi professionisti devono offendersi. E’ ovvio che la differenza c’è, però c’è anche la possibilità che una foto che venga da un’app diventi più popolare di una scattata dopo anni di studio e pratica, ma è un qualcosa che può accadere in qualsiasi campo artistico, per cui…

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    • Grazie per il commento, mi fa piacere che il post risulti interessante! Concordo con te, in particolare sul fatto che prima di giudicare bisogna conoscere l’oggetto di cui si sta parlando ed in questo caso il motivo per cui l’app è stata creata, capisco però in parte anche i pregiudizi. Pregiudizi che, in realtà, non vengono necessariamente dai professionisti (e anche su questo termine ci sarebbe da discutere), ma in generale da chi le foto ama farle e guardarle. Giorni fa ho letto una diatriba analoga, che riguardava le cosiddette “make up artist”: per definirsi tale basta essere una guru di youtube o bisogna avere un attestato? Se ne potrebbe discutere in eterno… 🙂

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  2. Bellissimo ed interessantissimo post, soprattutto per uno come me che non ha mai usato instagram.
    E bella anche la tua nuova Lumix. Io ho avuto per qualche anno una Lumix FZ50 che mi ha dato tante soddisfazioni anche se era una specie di compattona. Da un anno sono felicemente passato ad una reflex, ma sono stato molto tentato dalle Lumix micro 4/3 come la tua.
    Attendiamo allora di vedere come lavora! Anche se giustramente la fotocamera (ed i filtri) sono nulla rispetto all’occhio che ci sta dietro.

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    • Ti ringrazio per il commento, sono felice che ti sia piaciuto l’articolo! (non sono frasi fatte, ho apprezzato molto il tuo feedback su post per me molto importanti trascurati da altri lettori e quindi sappi che i tuoi interventi sono sempre graditissimi). Anch’io avevo la Lumix compatta con le lenti Leica. Ti assicuro che diversi “veri fotografi” vedendo alcune mie foto mi hanno chiesto se usassi Canon o Nikon. E’ stato proprio questo amore viscerale per la mia prima compatta che mi ha portato a fare questa scelta un pò “controcorrente”, quasi un capriccio, lo confesso. Il secondo motivo sono state le dimensioni ridotte.. volendo un oggetto da portare sempre con me ho escluso le reflex a priori. Poi con la storia dell’obiettivo in realtà tutta questa grande portabilità va un pò a farsi friggere.. XD Sono curiosissima anch’io di vedere i risultati.. ora tra impegni dell’ultimo momento, tra la pioggia che non dà tregua devo rimandare un pò l’esordio. Mi sono accordata con un’amica per qualche ritratto a lei e alla figlia, qualcosa in stile campestre/vintage/fashion/romantico (come va un pò di moda adesso, almeno questa sarebbe l’idea di partenza, vedremo che ne esce). Per me che ho sempre fotografato solo paesaggi ed architetture sarà un salto nel buio… mal che vada abbiamo deciso che trasformeremo la cosa in un semplice pic-nic!!!

      “A che cosa serve una grande profondità di campo se non c’è un’adeguata profondità di sentimento?”
      (Eugene Smith)

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  3. Secondo me è interessante anche il discorso del “filtro”. In fin dei conti quello che si fa con Instagram si poteva fare anche prima con una miriade di app caricando le foto su FB,G+,Flickr, etc. Perché Instagram? Forse perché è più facile da usare? Forse il social buzz legato ad esso che ci invoglia ad “essere in”? O forse … per il filtro! Questo dimostra che quello che chiamo “idiozia del bianco e nero” è una malattia che colpisce tutti, non solo i fotoamatori. Ho visto foto virate in bianco e nero vincere concorsi di fotografia di cosplay (dove il colore, se non è tutto, poco ci manca). Con il filtro uno può sentirsi un artista e non solo un fotoamatore e poi ci sono tanti filtri per esprimere meglio la propria originalità standard! Un enciclopedista francese diceva che bisogna legger almeno cento libri su un argomento prima di poter dire qualcosa di originale sullo stesso. Oggi per fortuna non è così, basta saper fare 2 click. Poi comunque l’approvazione è sempre più “social”, democratica nel senso peggiore del termine, non siamo più giudicati da esperti (quelli che hanno letto almeno 100 libri sull’argomento) ma da altri come noi. Sarà che ho perso gli anni migliori della mia vita sul miglioramento della qualità delle immagini, ma questo Instagram non mi piace. Prima di pubblicare una foto sarebbe almeno da vederne l’istogramma dei colori. Morte a Instagram, lunga vita al hitsogram! :-p
    PS: mi viene la pelle d’oca a vedere i numeri sulla quantità di informazione prodotta per unità di tempo nel nostro mondo. Se non troveremo un modo per navigare in essa annegheremo nelle cose inutili 😦

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    • L’avevo scritto che gli spunti più interessanti arrivano sempre dai commenti… Innanzitutto grazie per essere passato da queste parti e aver contribuito alla discussione.
      1. Sul concorso fotografia cosplay stenderei un velo, un pò come su tutti i concorsi di fotografia, su tutti i concorsi cosplay, e in definitiva stenderei un velo su tutti i concorsi in generale.
      2. Concordo, ovviamente, sull’importanza del filtro in ogni discorso su instagram. Molte volte la scelta del filtro in reltà non è neppure così ragionata, nel senso che può essere dettata dall’ispirazione del momento e può essere disomogenea all’interno di un intero album, anche se in generale è vero che ogni utente ha un suo stile che sui grandi numeri (dopo aver pubblicato, ad esempio, un centinaio di foto), comincia a diventare evidente.
      3. Concordo sul discorso dei 100 libri, dell’originalità, e della tecnica. E’ vero che raramente vengono apprezzati, ma questo accadeva anche su tutti gli altri social network. Su facebook, proprio a proposito di cosplay, foto mediocri di personaggi molto popolari raccolgono 200 “mi piace” in poche ore, tanto quanto su instagram la fashion-blogger riesce a raccogliere in ancor meno tempo con la foto dei suoi nuovi calzini.
      4. L’approvazione, i seguaci, i “mi piace”, così come su tutti i social network (anche su wordpress) non è determinante. Non necessariamente un blog con buoni contenuti ha tantissimi iscritti e tantissime visualizzazioni, così come non accade che su instagram i fotografi validi abbiano il maggior numero di seguaci. Il numero dei followers dipende da molti fattori, in primis anche le interazioni e l’auto-promozione, i buoni tag, i feedback, etc.
      5. In definitiva, non credo che instagram sia più malvagio di qualsiasi altro social network anzi, mal tollerando twitter e facebook devo dire che su instagram ho finamente trovato la mia giusta dimensione. Ripeto, non tutti sono obbligati ad essere dei bravi fotografi. Instagram rimane solo un mezzo per raccontare qualcosa. E quando uno ha davvero qualcosa da dire secondo me anche la qualità della foto passa in secondo piano.
      Forse questo è proprio il motivo per cui instagram mi attrae tanto. Le nostre immagini spesso riescono a dire di noi molto più (e molto più sinceramente) di quando ci raccontiamo a parole.

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  4. Anche io uso Instagram e sono appassionata di fotografia, ed è vero che è molto più semplice, ed è possibile raggiungere buoni risultati in modo semplice. Ma scattare una foto (e poi magari stamparla come ai vecchi tempi) con una buona macchina è tutta un’altra cosa…. =)

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    • Ho visto adesso il tuo profilo su instagram, ti ho aggiunto anch’io ^_^
      Sono d’accordo che la stampa è tutta un’altra cosa! Ed è vero che i requisiti (delle foto e degli apparecchi fotografici) per la stampa variano molto da quelli richiesti per una fruizione puramente digitale; tuttavia parlando in generale non sono d’accordo sul concetto di “buona macchina”, che è molto relativo… personalmente per me la “bontà” della macchina fotografica conta poco – chissà, forse proprio perché in genere non considero la necessità di fare stampe di grandi dimensioni, album etc. ?
      Diciamo che la bontà del mezzo dipende sempre da qual’è lo scopo.
      Proprio l’altro giorno una conoscente digiuna di fotografia mi chiedeva un consiglio su che macchina comperare credendo che sia necessario prenderne una “grossa” e spendere molti soldi… le ho detto: “Non è che con una pentola da 800 euro il pranzo ti esce più buono… o sai cucinare o no… la marca della pentola non influisce granché…” Ma credo di aver detto cose superflue! 😉

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