Esiste un luogo che continua a dare forma alle distopie dell’immaginario cyberpunk, un incubo architettonico frutto di un’urbanizzazione incontrollata, un agglomerato di cemento, baracche, decadenza e cavi elettrici penzolanti, scenario e fonte di ispirazione di racconti, romanzi, film, fumetti, videogiochi, elaborazioni grafiche, libri di fotografia e di migliaia di post prima di questo. Quel luogo è Kowloon Walled City, un’area grande quanto due campi da calcio e abitata da 40.000 persone. L’area urbana più popolosa del mondo, nel centro di Hong Kong.
Quel luogo esisteva già nell’anno 1000. Originariamente era un fortino militare adibito al controllo del commercio del sale e alla difesa contro le incursioni dei pirati. Le sue mura hanno resistito fino all’occupazione giapponese, durante la Seconda Guerra Mondiale. Da allora è iniziata la rapida ed inarrestabile decadenza: a partire dagli anni ’50 Kowloon, abbandonato sé stesso, è diventato teatro di un caos edilizio incontrollato, un territorio senza legge colonizzato della mafia, covo di criminali, spacciatori, tossicodipendenti, prostitute e derelitti. Ma anche dimora di un’umanità comune, lavoratori, commercianti, preti, assistenti sociali, padri, madri, anziani e bambini che a Kowloon hanno vissuto come si vive in un qualsiasi quartiere periferico e degradato del mondo. Un qualsiasi quartiere senza futuro. Un qualsiasi quartiere non destinato a diventare soggetto di videogiochi e parchi a tema.
Quel luogo non esiste più.
Evacuato e demolito a partire dal 1991 per far posto al nuovo progetto di recupero urbanistico, Kowloon è ora un’ordinata e lussurreggiante area verde nel centro della metropoli più ricca, più moderna e più costosa del mondo. Dell’oscuro e turbolento passato rimangono solo i nomi delle strade e qualche rovina più o meno archeologica. Null’altro è rimasto. Niente più cemento, baracche, decadenza e cavi elettrici penzolanti. Nessun laboratorio clandestino, nessuno spacciatore protetto dall’oscurità, nessun bambino che gioca fra le antenne sui tetti.
Ha il valore di un documento storico il lavoro del fotografo Greg Girard, che durante i 5 anni trascorsi ad Hong Kong tra gli anni ’70 e ’80, ha testimoniato la vita di Kowloon e dei suoi abitanti con una serie di immagini forti, spiazzanti, oscure ma incredibilmente vivide. Queste immagini sono state raccolte nel volume City of Darkness, pubblicato nel 1993 ed oggi disponibile in una nuova edizione rivisitata con nuovi saggi, mappe e disegni. Da quel volume sono tratte tutte le immagini di questo post.
Vedere Walled City cadere in rovina provocava una sorta di malinconia: ogni città si rende conto troppo tardi di dover iniziare a preoccuparsi per il proprio patrimonio architettonico – è un errore che viene ripetuto in tutto il mondo. Nel momento in cui si inizia a prendersene cura, è già troppo tardi per salvarlo.
Greg Girard
Sito di Greg Girard:
La mappa con la sezione gigante di Kowloon:
http://www.oneinchpunch.net/2011/05/22/kowloon-walled-city-giant-cross-section-map/
Hong Kong oggi:
Allucinante…. Pur con le dovute differenze, tutta quella promiscuità, sporcizia, concentrazione umana ai limiti dell’epidemia ricorda certe aree dell’Italia nel Secondo Dopoguerra…
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Sì, immagino che alcuni scorci non siano dissimili da quelli che è possibile ritrovare in altri luoghi o in altri “tempi”. La cosa che mi affascina di tutto ciò è che Kowloon proprio per la sua “grande bruttezza” è una delle fonti di ispirazione dell’immaginario cyberpunk… in un certo senso un luogo a me familiare. Mi ha lasciata un po’ sconcertata sapere che è stato raso al suolo… (non che sia stata una cattiva idea, eh!)
Un caro saluto 🙂
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Ho fatto una ricerca in internet per cercare il libro…. Quanto costa!!!!
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Ho visto solo adesso, 99 euro (usato)… stesso identico prezzo di un altro libro fotografico a cui ambivo e di cui avevo parlato qui:
https://stellassj.wordpress.com/2013/11/19/before-they-passed-away/
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La belezza delle foto sta proprio nella dura realtà, nella crudezza che mostrano. Impressionante. Ma ci sono ancora luoghi sparsi su questa Terra che assomigliano molto a Kowloon.
Nel video che hai postato scorgo una città contradittoria: il passato che resta, la natura stupenda, la selvaggia costruzione dell’uomo.
Grazie sempre per le particolarità che presenti. Un abbraccio forte.
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Grazie a te per la presenza e la partecipazione… è un periodo molto duro (lavorativamente parlando) e faccio fatica davvero a liberare la mente e a frequentare questo blog e quelli delle persone che seguo.
Ho trovato anch’io queste foto di una bellezza incredibile. Fanno parte di questa serie (e del libro) anche alcune immagini molto più crude che ho preferito evitare. Nell’insieme comunque un magnifico documento. Adorerei avere in casa libri così! (Ne ho qualcuno ma riempirei un’intera libreria solo di book fotografici).
Quanto al video, l’ho postato perché spesso molti (non cultori dell’Asia come me) hanno una certa diffidenza verso la Cina e temevo questo post potesse confermare i loro timori o pregiudizi 😉 Visitare Hong Kong è uno dei miei desideri più grandi e credo che il video (anche se ovviamente patinato e promozionale) renda bene l’idea del grande fascino di questa città… Beh, in attesa di poter postare le mie foto…
Un grande abbraccio anche a te!
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In effetti se non si vede con gli occhi non si può giudicare nulla.
E attendo le foto… 😀
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Io attendo uno stipendio poi sarà il mio primo impegno quello di realizzare le foto! 😉
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🙂 ti credo!!!!
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Questo è ciò che al mondo fa comodo non vedere…
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Ne ho visti parecchi di libri fotografici di grande interesse (e valore artistico) su realtà disagiate come questa o anche no… ma che vuoi… adesso in libreria va forte il libro di Barbara D’Urso… credo che ci siamo dette tutto… 😉
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Un altro tipo di perversione…
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Che luogo allucinante! L”ultima foto, quella dei bambini che giocano con le antenne della TV e’ bellissima: i bambini sono bambini, e riescono a trovare qualcosa con cui giocare anche nelle situazioni piu’ disperate…
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Sì le foto con i bambini sono fantastiche. Fanno grande tenerezza. Adesso quei bambini saranno adulti… e ne avranno di storie da raccontare! 😉
Ho sentito che in diverse città della Cina (non ricordo però se parlavano del dettaglio di Hong Kong o meno) quando hanno fatto gli espropri delle vecchie case per costruire i grattacieli secondo i nuovi piani urbanistici hanno assegnato ai proprietari gli stessi metri quadri nei nuovi appartamenti. Adesso Hong Kong è la città più costosa al mondo dopo Montecarlo ed un metro quadro costa in media 30 MILA EURO. Quindi magari qualcuno di loro è anche miliardario eh! 🙂
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Veramente interessante!
Post tutto da leggere e da linkare!
Hai fatto scoop!
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Grazie Guido!! Mi fa moltissimo piacere che il post sia gradito e apprezzato!
Per me la Cina è una grande passione e le brutture architettoniche sono una fissazione (non so perché esercitano questo fascino su di me) quindi in definitiva non potevo esimermi da questo post, era destino.
Un carissimo saluto!
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Da un lato mi compiacio che un simile scempio urbano non esista più, dall’altro per chi ha vissuto un certo immaginario, posso capire cosa vuol dire la fine di Kowloon.
Il libro devo recuperarmelo
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Quoto tutto. Come ho scritto sopra vorrei anche il libro ma il prezzo per me è alquanto proibitivo al momento. Già vedere il sito del fotografo però è un bel tuffo “nella storia”. C’è anche una sezione sulla Hong Kong “normale” degli anni ’70 e ’80 – sembra praticamente un gigantesco night-club (?) e una galleria simile a questa del post sulle demolizioni e la nuova urbanistica di Shanghai… Lo trovo davvero affascinante!
ps. Da tempo immemore sto anche cercando documenti fotografici simili sulla Berlino degli anni ’80… per la serie poche idee e ben confuse… 🙂
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Queste fotografie mi ricordano alcune ambientazioni della Trilogia Nikopol di Enki Bilal.
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Hello Stella,
at least the photos are great and awesome. I am still tackeling ith your beautiful italian language. Happy new year and all the best in 2017.
Rainer
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